Taggare tutti sui social? Un errore per la tua cantina!

Tagging selvaggio sui social Winery

Taggare tutti sui social? Un errore per la tua cantina!

La tua cantina ha una pagina e taggi tuoi follower ad ogni post che pubblichi

Taggare sui social i propri follower in massa quando si pubblicano dei post è una pratica sempre più consolidata dagli amministratori di pagine. E soprattutto nel settore vinicolo questa prassi è diventata dilagante. L’idea alla base di base è semplice: aumentare la visibilità dei contenuti e stimolare l’interazione degli utenti. Ma funziona davvero? Vediamo.

In realtà questa abitudine genera fastidio e frustrazione negli utenti che la percepiscono come comportamento invasivo. Nasce come un tentativo di coinvolgimento e si trasforma in spam, con conseguenze dannose per l’immagine della pagina.

Perché il tagging eccessivo è un errore?

 

✔️Irrita gli utenti: nessuno ama ricevere notifiche inutili. Essere taggati senza motivo può portare le persone a ignorare i post o, nel peggiore dei casi, a smettere di seguire la pagina.

✔️ Abbassa il coinvolgimento reale: taggare chiunque, senza un criterio, può generare interazioni forzate o di bassa qualità. I social premiano contenuti che ricevono coinvolgimento autentico.

✔️Rovina la reputazione del brand: una strategia invasiva fa percepire la pagina come poco professionale o disperata di attenzione. Meglio costruire una community con contenuti di valore, piuttosto che forzare l’interazione.

Possibili limitazioni imposte dai social

 

Facebook e Instagram utilizzano algoritmi avanzati per individuare comportamenti spam e penalizzarli. Se una pagina tagga continuamente troppi utenti senza un motivo valido, potrebbero verificarsi le seguenti conseguenze:

Riduzione della visibilità organica → L’algoritmo potrebbe considerare la pagina come “spammy” e ridurre la portata dei post, facendo sì che meno utenti li vedano nel feed.

Restrizioni temporanee → Facebook e Instagram possono bloccare temporaneamente la funzione di tagging se rilevano un uso anomalo. In alcuni casi, anche il commento con il tag può essere limitato.

Segnalazioni e perdita di follower → Gli utenti infastiditi potrebbero segnalare il post o la pagina, portando a una revisione da parte della piattaforma. Inoltre, il continuo tagging potrebbe spingerli a smettere di seguire la pagina.

Ban o sospensione dell’account → In casi estremi, se una pagina persiste in comportamenti considerati come spam, il social potrebbe sospendere o bannare l’account.

La soluzione?

Il tagging può essere efficace se usato con criterio:

➡Menzionare solo utenti realmente coinvolti nel contenuto (ad esempio, chi ha partecipato a un evento organizzato in cantina).

➡Utilizzare il tagging per creare connessioni genuine, non per “sparare nel mucchio”.

➡Puntare su contenuti interessanti che stimolino le interazioni in modo spontaneo, sfruttare altri strumenti, come sondaggi, quiz o post interattivi.

Il coinvolgimento di un pubblico sui social si costruisce con autenticità e valore. Se vuoi una community attiva e partecipe, concentrati su quello che è il tuo servizio/prodotto non su quanti nomi puoi taggare.

CONTATTACI per una consulenza personalizzata.